Le malattie del gatto anziano

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Anche i gatti invecchiano e il passare degli anni porta con sé una serie di piccoli e grandi problemi. Ecco alcune informazioni su come rendere la vita di un gatto anziano confortevole e all’insegna della salute.

Un gatto domestico vive in media quindici anni, ma esemplari molto più longevi e in buona salute sono tutt’altro che rari. Infatti, la combinazione virtuosa tra padroni amorevoli, progressi delle scienze veterinarie e disponibilità di alimenti specifici per ogni età permettono oggi ai gatti di vivere molto più a lungo che in passato.

Certamente, però, con il trascorrere degli anni le loro abitudini di vita cambiano, così come la loro predisposizione ad ammalarsi. Dal punto di vista cognitivo e fisico sono tante le patologie, più o meno gravi, che possono interessare un gatto anziano, per questo è essenziale sottoporlo con regolarità a delle visite dal veterinario. Come orientamento generale, di seguito troverai una breve rassegna dei principali problemi del gatto anziano.


Inappetenza

Il rapporto del gatto con il cibo può cambiare non solo a causa dell’invecchiamento o del rallentamento dell’attività fisica, ma anche per problemi di salute. In linea generale, un gatto anziano non mangia a causa di fastidi dentali o gengivali, dolori articolari, stress, problemi psicologici, indebolimento dell’olfatto o problemi digestivi. Talvolta, purtroppo, può trattarsi anche di patologie più gravi, quali problemi renali, diabete o tumori.

Per questo motivo, è importante che un gatto anziano segua una dieta bilanciata personalizzata, solitamente basata su crocchette morbide e altamente digeribili. Se ha difficoltà ad adattarsi alle variazioni del regime alimentare occorrerà aiutarlo, ad esempio mischiando i nuovi alimenti al suo cibo preferito oppure introducendo una routine di abitudini in grado di farlo sentire a proprio agio. Inoltre, è fondamentale che le ciotole del cibo siano sempre pulite e riempite poco per evitare che il cibo avanzato si alteri e diventi immangiabile.


Problemi dentali

Le gengive e i denti di un gatto andrebbero tenuti sotto controllo sempre, non solo quando è ormai anziano, poiché un’igiene orale insufficiente può essere la causa di alcune patologie che coinvolgono anche altri organi. Oltre a svolgere personalmente la pulizia dei denti completa attraverso un intervento di detartrasi in sedazione dell’animale, il veterinario è in grado di indicare al padrone come occuparsi di una buona igiene orale, ad esempio spazzolando i denti al gatto o somministrandogli alimenti con speciale formulazione a indirizzo odontoiatrico.


Noduli e protuberanze anomale

La comparsa di noduli e protuberanze sulla cute e sottopelle di un gatto anziano è un fatto frequente, ma non necessariamente allarmante. Tuttavia, è opportuno controllare se le escrescenze cambiano forma e dimensione, se variano di consistenza e se presentano arrossamenti e secrezioni. In tali casi, è consigliabile chiedere subito un consulto al veterinario.


Articolazioni doloranti o rigide

Le articolazioni del gatto anziano sono soggette a una malattia degenerativa chiamata osteoartrite, il cui decorso è graduale ma progressivo e comporta molto dolore. Purtroppo i sintomi (riduzione dell'attività fisica, difficoltà a saltare, rigidità, impedimento nella pulizia personale, perdita di appetito, tendenza a urinare e defecare fuori dalla lettiera, aggressività occasionale causata dal dolore) non sono immediatamente riconducibili alla malattia e in molti casi la diagnosi rischia di essere tardiva. Il quadro è ulteriormente aggravato dal fatto che l’osteoartrite sia progressiva, ma può essere tuttavia gestita da un’adeguata terapia: si va dalla perdita di peso (se necessaria), alla somministrazione di integratori nutrizionali, dalle sedute di fisioterapia, agli antinfiammatori e analgesici, fino ai più attuali anticorpi monoclonali, il tutto da valutare sempre insieme al proprio veterinario.


Demenza

È importante distinguere un normale processo di invecchiamento da un’iniziale patologia neurodegenerativa caratterizzata da una graduale diminuzione delle funzioni cognitive. Questa sindrome in molti casi non presenta sintomi clinici riconoscibili, ma cambiamenti di natura comportamentale nella modalità di interagire dal punto di vista sociale e ambientale, disorientamento, tendenza a fare i bisogni in posti insoliti, riduzione dell’igiene e dell’assunzione del cibo, alterazioni del ritmo sonno-veglia. Come nella sindrome di Alzheimer nell’uomo, può esserci una mancanza di connessione tra il comportamento e l’ambiente circostante: l’animale, visto con gli occhi del proprietario, sembra un estraneo nella propria casa.

Il deficit cognitivo rende il gatto anziano meno affettuoso e più irrequieto e irritabile.

Tuttavia, affetto ed impegno da parte del proprietario sono essenziali, è necessario evitare le variazioni nella routine quotidiana del gatto e assicurarsi che l’animale riesca sempre ad accedere con facilità a ciò di cui ha bisogno, aggiungendo ad esempio altre ciotole e lettiere in casa e aiutandolo nelle operazioni di igiene e tolettatura.


Insufficienza renale

L’insufficienza renale nel gatto anziano è uno dei problemi più comuni e generalmente ha molteplici cause che portano a un declino delle funzioni del rene.

I sintomi più comuni sono sete intensa, aumento della frequenza delle minzioni, disidratazione e letargia, fino a inappetenza, vomito, perdita di peso, stipsi o diarrea. Purtroppo, la sintomatologia si rende spesso evidente solo negli stadi già avanzati della malattia renale.

Proprio per questo motivo, è possibile cercare di prevenirla con controlli annuali.


Deterioramento della vista e dell’udito

I problemi agli occhi del gatto sono tra le conseguenze più frequenti della vecchiaia: l’animale appare con lo sguardo velato e si spaventa con grande facilità. Nei casi più gravi sbatte contro i mobili e gli oggetti e non riesce più a individuare la posizione delle ciotole e della lettiera.

Discorso analogo vale per l’udito, un’altra funzione che il gatto anziano può perdere con l’avanzare dell’età. Se ciò accade, è possibile aiutarlo con vari accorgimenti atti a evitare spaventi (avvisandolo sempre della propria presenza, ad esempio accendendo la luce) e tenendolo il più possibile in casa, se è abituato ad uscire.


Articolo a cura della Redazione di Animalidacompagnia.it, Dott.ssa Monica Viacava

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