Nozioni di pronto soccorso per gatti

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Se un gatto si è ferito, infortunato o è stato avvelenato, soccorrerlo tempestivamente può salvargli la vita. Ecco come agire in modo corretto nelle situazioni più comuni e prestare degli interventi basilari di pronto soccorso per gatti in attesa del veterinario.

Per quanto sia agile e cauto, anche al gatto può capitare di farsi male e in molti modi diversi. Naturalmente, in tali situazioni rivolgersi subito al veterinario è decisivo, ma spesso si dimostra vitale anche sapere come prestargli il primo soccorso per calmare l’eventuale dolore, limitare le conseguenze e addirittura salvargli la vita.

In generale, l’importante è mantenere la calma e non agire in modo improvvisato o improprio. Questo articolo fornisce una serie di utili suggerimenti per prestare interventi di pronto soccorso a un gatto in base al tipo di infortunio o incidente di cui è rimasto vittima, nell’attesa che se ne occupi il veterinario o un servizio di pronto soccorso veterinario (solitamente attivo 24 ore su 24).


Traumi e ferite dei gatti

Quando subisce un incidente, il gatto può manifestare una serie di sintomi che è opportuno osservare attentamente per comunicarli correttamente al veterinario: battito cardiaco accelerato, respiro affannoso, brividi di freddo. Inoltre, l’animale può essere particolarmente aggressivo a causa dello shock e del dolore. Ecco come intervenire in questi casi:

• tranquillizzare il gatto usando un tono della voce gentile e movimenti lenti;

• immobilizzare il gatto, se è strettamente necessario trasportarlo, avvolgendolo in una coperta, un asciugamano o un indumento e tenerlo in braccio con le zampe bloccate e la testa più in basso rispetto al corpo;

• non far bere o mangiare il gatto;

• se il gatto ha subito un trauma alla colonna vertebrale, ad esempio cadendo dall’alto, disporlo su un sostegno rigido in modo che testa, tronco e bacino siano allineati;

• in caso di trauma cranico, non spostare il gatto e attendere l’arrivo del veterinario;

• in caso di fratture esposte, non spostare l’animale e attendere l’arrivo del veterinario, consultandolo al telefono per capire se è il caso di disinfettare la ferita e con quali prodotti, e come immobilizzare le articolazioni più vicine alla frattura;

• in caso di arresto respiratorio è di vitale importanza avvisare subito il servizio veterinario per avere istruzioni il più precise possibili per un’eventuale procedura di rianimazione cardio-polmonare in attesa di soccorsi.


Ustioni e bruciature

A causa della sua innata curiosità, in casa il gatto può talvolta correre dei rischi di ustione o scottatura, specialmente in cucina, una stanza molto attraente per via degli odori del cibo. Piastre elettriche, bruciatori, ferri da stiro, acqua bollente, caffettiere, teiere, tazze, olio bollente, recipienti caldi in generale e fili elettrici costituiscono infatti dei seri pericoli per un gatto lasciato libero di muoversi in questa stanza. Del resto, anche all’esterno il gatto corre seri pericoli di scottarsi, ad esempio sui tetti delle case o sulle lamiere delle automobili, oltre che essere a rischio di colpi di calore nei mesi estivi. È bene dunque sapere come prestare interventi di pronto soccorso al gatto in queste situazioni:

- in caso di colpo di calore, bagnare con acqua fresca (non gelida) le estremità degli arti e la nuca;

- in caso di ustione superficiale (caratterizzata da pelo bruciato, cute arrossata, vescicole o croste), applicare acqua corrente fresca o compresse di ghiaccio gel per una ventina di minuti (non direttamente sulla pelle ma su benda), quindi applicare un’apposita pomata per le bruciature, non altri unguenti;

- se l’ustione è grave e la pelle appare di colore nero o biancastro, limitarsi a lavare la lesione con acqua corrente fresca e aspettare l’intervento urgente del veterinario;

- in caso di folgorazione da fili elettrici, bisognerebbe praticare al gatto il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale nel modo corretto  in attesa dell’intervento del veterinario.


Avvelenamento

I gatti sono particolarmente vulnerabili agli avvelenamenti e alle intossicazioni, sia per la loro curiosità che per l’abitudine a leccarsi, con il rischio di ingestione di sostanze pericolose con cui possono essere venuti in contatto in casa o all’esterno:

• piante d’appartamento (oleandro, edera, azalea, rododendro, calla, tulipano) e da giardino (ortica, melo, ciliegio, albicocco e mandorlo);

• disinfettanti, detersivi e detergenti per la pulizia;

• materiali plastici e vernici;

• farmaci lasciati incustoditi;

• insetticidi e rodenticidi (anche attraverso l’ingestione di un topo avvelenato);

• morsi di vipera o punture di ape.

L’avvelenamento si manifesta molto rapidamente con sintomi quali diarrea, eccesso di salivazione, difficoltà a respirare, convulsioni, tremori, dilatazione delle pupille, abbassamento della temperatura corporea. Ecco come intervenire in questi casi:

- avvisare immediatamente il veterinario e richiederne l’intervento immediato; è essenziale fornire informazioni il più possibile dettagliate e precise sulla sostanza ingerita dal gatto avvelenato;

- controllare il battito cardiaco e il respiro del gatto;

- avvolgere il gatto in una coperta e prenderlo in braccio, cercando di tranquillizzarlo;

- non indurre il vomito, poiché potrebbe risultare particolarmente dannoso.


Cosa non possono mangiare i gatti

Infine, le nostre case sono spesso piene di una serie di alimenti che possono far molto male al gatto. Sapere cosa non possono mangiare i gatti può evitare che i nostri amici a quattro zampe soffrano di disturbi gastrointestinali o altri problemi anche più seri. Ogni tanto viene spontaneo condividere con il gatto di famiglia qualche boccone dalla propria tavola, ma bisogna tenere a mente quali sono gli alimenti nocivi per non fargli male involontariamente. Eccone un breve elenco.


Latte, formaggi e prodotti caseari

Di fronte a un gattino affamato, purtroppo non tutti si fermano a domandarsi se si può dare il latte ai gatti. La risposta è no: i gatti sono intolleranti al lattosio, che può provocare vomito e diarrea. Meglio acquistare lo specifico latte in polvere in farmacia o nei negozi per animali.


Cioccolato

Contiene due sostanze tossiche per i gatti: la teobromina e la caffeina. Entrambe le sostanze possono provocare vomito, diarrea, febbre, accelerazione del battito o della respirazione, crisi epilettiche, insufficienza cardiaca, letargia e coma.


Uova, carne o pesce crudo

Questi alimenti possono contenere batteri come E. coli e salmonella, quindi se vengono consumati crudi possono indurre diarrea, vomito, letargia e altre gravi conseguenze, oltre a costituire un rischio per la salute sulle persone stesse, essendo microrganismi a trasmissione oro-fecale e in grado di infettare anche l’uomo. Inoltre, l’albume dell’uovo contiene avidina, una proteina che, se ingerita dal gatto, può impedire la corretta assimilazione della vitamina B8 o biotina, con effetti negativi sulla cute e sul mantello.


Cibo per cani

La somministrazione regolare e sostitutiva di cibo per cani ai gatti può portarli a malnutrizione e serie conseguenze dovute alla carenza di vitamina A (mantello spento, disturbi cutanei degenerazione muscolare, cecità notturna), taurina (indebolimento della vista da degenerazione retinica, cardiomiopatia, problemi dermatologici, letargia) e acido arachidonico (disturbi epatici e renali).


Pane, lievito e impasto del pane crudo

Ogni tanto i gatti possono mangiare del pane, ma si tratta di un alimento privo di grassi e proteine, quindi sostanzialmente inutile per il loro regime alimentare. Un discorso diverso vale invece per l’impasto crudo, che una volta ingerito può creare seri disturbi digestivi e sistemici.


Tonno

Il tonno contiene la tiaminasi, un enzima che ostacola l’assorbimento della vitamina B1 o tiamina con seri problemi a livello cardiaco e nervoso in seguito al suo consumo continuo.


Cipolle e aglio

Ingeriti sia cotti che crudi, tutti gli ortaggi del genere Allium (cipolle, aglio, porro, erba cipollina) danneggiano i globuli rossi del gatto, rendendolo anemico. Questi alimenti provocano anche dolori addominali, nausea, vomito e diarrea.


Articolo a cura della Redazione di Animalidacompagnia.it, Dott.ssa Monica Viacava


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